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16 gennaio 2006

 

"Mi spiega come posso non diventare pazzo?"


Il nuovo anno si apre con nuove testimonianze dal carcere di Guantanamo dove gli USA trattengono centinaia di 'combattenti nemici' in spregio alle più elementari regole del diritto internazionale che vietano la tortura e l'incarcerazione senza accusa nè processo.
Questa è la testimonianza di Jumah al-Dossari, raccolta dai ricercatori di Amnesty.

“Mi spiega come posso non diventare pazzo?” (al-Dossari al suo avvocato)

Nel mese di maggio del 2004, al-Dossari è stato trasferito al campo 5, una struttura concepita sul modello delle “prigioni di super-massima sicurezza” degli Usa, dove si trova tuttora. Il prigioniero rimane anche 24 ore su 24 in una cella d’isolamento di cemento. La luce rimane costantemente accesa, così come dei grandi e potenti ventilatori il cui rumore volutamente impedisce ai detenuti di comunicare da una cella all’altra. Al-Dossari può fare esercizio fisico solo un’ora – talvolta ridotta della metà - alla settimane, da solo in un piccolo recinto.
L’acqua nella cella è gialla e puzza di immondizia. In un’occasione, il prigioniero vi ha trovato dei vermi. Solo da poco, gli viene fornita una bottiglia d’acqua al mese (secondo alcune fonti, dopo lo sciopero della fame del luglio scorso, ai detenuti vengono fornite tre bottiglie al giorno). Il cibo è scarso rispetto agli altri campi e ogni tanto risulta avariato. Al-Dossari viene interrogato con regolarità e minacciato di essere trasferito alla base aerea di Bagram, Afghanistan, dove gli viene detto che il trattamento è persino peggiore di quello di Guantánamo.
A seguito delle torture e della prolungata detenzione (in isolamento da oltre un anno), al-Dossari è in uno stato di grave sofferenza sia fisica che psicologica. Negli ultimi due anni ha avuto problemi di cuore e dolori e insensibilità al braccio sinistro. Soffre di vertigini, dolori ai denti e disturbi alla vista.

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